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venerdì 15 gennaio 2010

L'ESSA AMA

ESSA AMA

Me ne liberi! Me ne liberi subito! ” La voce di Muxi era terribile. Sembrava un lamento di lame contorte. Amava Ester, almeno l'aveva amata, ma da un po' di tempo le cose andavano male. A parte il lavoro di oncologa che la teneva troppo impegnata, sembrava che la sua imbranataggine fosse peggiorata all'ennesima potenza.
Non posso! ” rispose irritato il dottor Faster, “ Lo sa che dovete concordarlo, altrimenti c'è pericolo che un lembo resti attaccato con conseguenze imprevedibili! È capitato che uno dei due non se ne sia liberato del tutto e ci è rimasto secco. Se ci tiene alla pelle si metta d'accordo con lei.
Ma è per salvarmi la pelle che voglio liberarmene! Questa mattina è sicuramente inciampata al lavoro, e si è fatta male al piede… Guardi!
Muxi mostrò la vistosa fasciatura del piede sinistro. “ Anche io ho preso in pieno la gamba della scrivania con il dito piccolo! È un continuo stillicidio! ” Faster scrollava la testa mostrando tutto il proprio disappunto. Glielo aveva detto che sottoporsi all'ESSA implicava un totale coinvolgimento empatico. Aveva avvisato entrambi, lui ed Ester, che dopo avrebbero condiviso ogni cosa, anche quelle brutte. Ora, poteva anche dirgli che con uno sforzo di volontà gli effetti empatici potevano essere controllati, per lo meno ridotti, ma non sarebbe servito. Non con uno in quello stato.
Questo non cambia che lei e la sua donna dovrete decidere, desiderare entrambi… ” e sottolineò con forza la parola ‘entrambi' “ …di riconvertire gli effetti dell'ESSA. Se uno dei due non è convinto, non serve.
Muxi era disperato. Ester sembrava cercarsi ogni casino apposta. Non gli avevano detto che una volta ‘trattati' dall'ESSA anche le goffaggini dell'una divenivano dell'altra. Vada per il modo di pensare, di amare, di desiderare le stesse cose, ma anche i guai si duplicavano!

Giunto a casa trovò Ester in lacrime. “ Accidenti! ” si disse, “ Dovevo immaginarlo che avrebbe empatizzato anche il bisogno di separarmi da lei! ” Tuttavia assunse un'aria afflitta. Del resto non ne poteva fare a meno. “ Se è per la mia… ” Lei lo interruppe con un gesto secco. “ Sai quei piccoli incidenti? Cancro! ” Muxi a momenti sveniva. Sapeva che non mentiva. “ Voglio separarmi. Subito! ” Continuò Ester decisa. “ Non dire niente e facciamolo. ” Muxi non sapeva se ringraziare dio o se sentirsi un verme. Sentiva che Ester aveva deciso per amore. Nonostante lui si sentisse sempre più assente e affatto felice. Ma in quel caso… l'ESSA avrebbe potuto procedere?… Ester intercettò la sua preoccupazione. “ Funzionerà. Perché lo desidero intensamente. Come te. ” Muxi sapeva che era vero anche quello.
Il pomeriggio seguente Muxi ed Ester erano di nuovo dal dottor Faster, che li aveva prenotati per la divisione. Avevano compilato il lungo modulo in silenzio, ed in silenzio si distesero sui lettini nella stanza dell'ESSA. La procedura era un po' più complessa. Non era facile districare un nodo empatico, lasciando intatte idee e pensieri di ciascuno dei due. Alla fine, tra una serie di verifiche e un lavorio intenso, la macchina restituì loro la condizione originale di due individui distinti.

Una volta a casa Muxi iniziò immediatamente a preparare le valige, ed Ester prese ad ostacolarlo. “ Cosa stai facendo? Vado via io, la casa la puoi tenere… ” Ester lo guardò dritto negli occhi, gli prese le mani e lo costrinse a sedersi. “ È al cervello… e ce l'hai tu. Sei tu quello che sta perdendo il senso dello spazio. Sei tu che stai male. ” Muxi non le voleva credere. Senza empatia non era in grado di valutare la sua sincerità. “ Come fai a saperlo? ” Ester sorrise triste. “ Sai che lavoro faccio, no? Ho colto i segnali. Domani verificheremo, ma ti starò comunque vicina.


Nik
è la valvola dell'ESSA.

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